Un pomeriggio tempestoso

per chi vuole **

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    Tardo settembre, 1000 d.C. Entrai nella Sala Grande avvolta in una veste di velluto verde bosco, che risaltava le iridi dei miei occhi in una similitudine inquietante ed uno sfavillio sinistro. Mosso qualche passo oltre il portone, estrassi la bacchetta d'Olmo e con un elegante movimento del braccio mancino trasfigurai in pochi secondi la mia comoda veste da viaggio nella nera divisa degli Studenti di Hogwarts, che scendeva lunga fino ai miei piedi, raccordandosi lì, come un drappo antico; e di certo bellissimo.
    Sul mio cuore sfavillava uno stemma argenteo e verde smeraldo, su cui vi era raffigurata la esse sinuosa del Serpente simbolo della mia nobile Casa: quella di Serpeverde.
    Sorrisi impercettibilmente, scivolando nel vuoto e pomeridiano refettorio fino alla tavolata che mi spettava, sotto gli occhi ostili di quegli sciocchi Grifondoro, e lo sguardo ammirato dei miei compagni.
    Frugai nella borsa alla ricerca di uno spesso libro di Rune Antiche: disciplina magica che, con mio rammarico, non veniva ancora insegnata nel Castello. Lo aprii in prossimità del segnalibro e feci scorrere un candido dito affilato sul gaelico che stavo traducendo.
    Il cielo incantato sopra di me era plumbeo, imperversato da lampi roboanti: ero rientrata dalla passeggiata giusto in tempo, rilevai con piacere. Sfiorai lo stemma, una parte di me che si chiedeva, non fossi stata una donna, se sarei mai potuta diventare caposcuola o prefetto. Di certo, ero più in gamba della maggior parte dei maschi del mio anno, ma forse Salazar Serpeverde cercava altre qualità oltre all'intuito: quella, era un'ossessione tipica di Priscilla Corvonero.

    Qualsiasi qualità avesse ricercato, Vivian, di sicuro non saresti stata carente.

    Dissi a me stessa in un altro sorriso enigmatico, prima di immergermi nuovamente nella lettura.

    Edited by sheðar. - 30/8/2013, 23:10
     
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    Non avendo ancora pg pronti, ti propongo una sorta di miniquest :)


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    EVENTO
    Viviana Copper, ti sembra di notare, con la coda dell'occhio, qualche cosa che si muove, a forma di pentagono e dai colori sgargianti. Se sposterai lo sguardo dal tuo libro adorato, noterai una Figurina Streghe e Maghi Famosi, raffigurante:

    72. Helga Hufflepuff

    2eowj69
    Cofondatrice di Hogwarts. Ha dato il nome a una delle quattro case. Riunì altre tre persone molto diverse tra loro per aiutare a costrire Hogwarts, le persone la apprezzavano per i suoi modi amabili.

    Proprio la Professoressa Hufflepuff, tua docente e caposcuola di Tassorosso. La sua immagine in movimento sembra piuttosto irritata dal trovarsi lì, incustodita, sulla tavolata dei Serpeverde.
    Cosa fai? Conservi la Figurina per iniziare il tuo Album? Cerchi il proprietario? Ricatti qualcuno?
    A te la scelta.

     
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    Seguitai ad impratichirmi nell'arte delle Rune per diverse decine di minuti, così concentrata sul mio lavoro che mi era impossibile degnare di uno sguardo qualsiasi altra cosa: i compagni che magari si sedevano sempre un po' più vicini alla mia solitaria figura nella speranza di ricevere un saluto, o il chiasso assordante che, come al solito, s'innalzava dalla tavolata più opposta alla mia: quella rosso dorata.
    Ad un certo punto levai i miei occhi verdi dalle pagine antiche, scritte a mano. In un primo momento feci scorrere lo sguardo lungo la tavolata, incrociando i visi conosciuti di Janette Dolcecuore e Sirius Bramante. Con un fulgido cenno del capo salutai entrambi, senza concedere loro l'ombra di un sorriso. Ero una giovane molto austera e sarei diventata una donna ancor più temibile.
    Fu tornando a fissare il mio grosso volume che vidi lampeggiare sotto l'angolo destro della copertina una figurina viola e d'oro, raffigurante Tosca Tassorosso, Co-fondatrice di Hogwarts, nonché Capocasa dell'omonimo gruppo di studenti.
    Le mie dita affilate, rapide ed al contempo ferme, s'appropiarono della figurina portandola al mio viso, per permettermi di osservarla meglio.
    Helga mi guardò con un sorriso mite e occhi illuminati di bontà, prima di saltellare via dal bordo dell'oggetto, diretta a visitare chissà quale altro mago famoso. Non riuscii che a scorgere debolezza nelle sue espressioni, tipicamente anonime.
    Nonostante pensassi questo della Strega Fondatrice, mi comportavo con lei sempre con il rispetto che la sua posizione, così come la mia, richiedevano, ma paragonata agli altri Fondatori, Tosca Tassorosso sarebbe sempre rimasta la luce meno splendente, la strega meno dotata e la personalità meno spiccata: pensai che anche i suoi studenti, di sicuro, nei secoli a venire sarebbero stati marchiati di simili pregiudizi, ma non me ne dispiacqui affatto.
    Chiudendo il libro di Rune Antiche e facendolo scivolare nella mia borsa, passai sotto il tavolo una sola volta la punta della mia bacchetta d'Olmo sulla figurina, sibilando in gaelico, con voce così rapida e bassa che nessuno poté udirmi o vedermi, una piccola maledizione parecchio divertente, da imprimere sull'oggetto.
    Terminato l'incanto mi alzai, iniziando a passeggiare lungo le tavolate, superando quella dei Corvonero, persone che ritenevo essere tra le più affini al mio spirito, avvicinandomi ad un ragazzetto di Tassorosso che sapevo essere un accanito collezionista di figurine e simili oggetti magici, che sicuramente avrebbe gradito in dono quella raffigurante la sua amata Capocasa in persona!
    Gli occhi dei Corvonero mi seguirono con curiosità, così come quelli dei miei compagni. I Grifondoro si animarono di un basso ringhio di avvertimento, mentre i Tassorosso tremavano nelle brache: riuscivo a percepirlo.
    Quando fui davanti a Colin Tufferold, il poveretto non poté non rivolgermi lo sguardo e salutarmi con un inchino del capo, imitato dai suoi amici nelle vicinanze. Io sfoderai un dolcissimo sorriso, e ricambiai la sua cortesia con una riverenza aggraziata.

    Tufferold, spero tu abbia avuto una buona giornata. Poco fa ho trovato questo

    Estrassi da una tasca della mia nera divisa la figurina, tenendola stretta tra indice e medio della mano sinistra, permettendo che la luce delle candele della Sala Grande facesse brillare le decorazioni dorate sulla cornice, tra cui il nome di Tosca.

    Ovviamente non mi appartiene, mi chiedevo se per caso fosse tuo, e l'avessi perso.

    Conclusi, attendendo la reazione del ragazzetto con garbo ed espressione sul viso marmoreo illeggibile, occhi verdi schermati, insondabili. L'esca, l'avevo lanciata.
    Okay **


    Edited by sheðar. - 30/8/2013, 23:11
     
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    Stavolta lancio io per te, ma avresti dovuto farlo tu al momento della maledizione, ricorda :3
    LANCIO DCAO
    1d20+4=14 SUCCESSO
    CITAZIONE

    EVENTO

    La figurina assunse un aspetto strano, per qualche istante, poi torno lucente e nuova come prima. Helga Hufflepuff si era allontanata e non aveva visto niente, permettendo quindi alla sua figurina di essere modificata e maledetta a piacimento, per quanto poco forte la maledizione potesse essere. Quando ti avvicini al povero Trufferold lui trema: evidentemente molti Tassorosso hanno paura di te e del tuo incedere sicuro. Gli occhi però gli si illuminano vedendo la figurina della sua Capocasa e, soprattutto, una figurina dorata molto rara che mancava ancora nel suo album.
    E allora sorrise, emozionato, per qualche istante. Poi un'idea gli balenò in volto: un regalo di una Serpeverde?

    P-Perché avresti dovuto farmi questa cortesia? E comunque no, non è mia, ecco.

    mormorò, concentrandosi per impiegarci tutto il coraggio posseduto. Figura alquanto pietosa.

     
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    Mi impegnai per non alzare gli occhi al cielo, alla domanda di quello sciocco Tassorosso. Forse avevo sopravvalutato il suo buonsenso: Tufferold aveva persino avuto il coraggio di rivolgermi parola. Sorrisi, con educazione, all'indirizzo del ragazzetto, facendo ruotare ancora tra le dita la figurina dorata, che rifletteva la luce delle candele illuminanti la Sala Grande. Sondai, con i miei occhi verdi e distaccati lo studente, in un silenzio così composto che riuscii a percepirlo rabbrividire, già pentito di fin dove il suo coraggio l'aveva spinto.

    Beh, Tufferold - presi a dire, irritata - non sono solita spiegare la ragione dei miei gesti a qualcuno, specialmente agli studenti più piccoli. Pensavo che fosse un gesto cordiale, il mio, che potesse aiutare a distendere la tensione tra le nostre Casate, ma a questo punto non so quanto ne valga la pena, se questo è il modo in cui accogli una gentilezza.

    Risposi, alzando lo sguardo sui Tassorosso attorno al giovane ragazzetto e poi oltre le tavolate, perdendomi nel panorama intravisto dalle finestre ogivali. Se la diffidenza di Tufferold fosse diventata incalzante, sarei semplicemente scivolata via, ma la figurina, quella avrei sicuramente trovato modo di infilarla nella tasca di qualche Tassorosso. Un incantesimo riuscito non va mai sprecato, in fin dei conti.
    I dadiii D:
    scusa, non mi ero ricordata ç__ç
     
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